A CHI SPRECA LA VITA / INUTILMENTE / SENZA LASCIARE L’EREDITA’ DI UN AFFETTO / SI CONSACRI L’IPOCRISIA DI UNA LODE BUGIARDA / A COSTANTINO LICCIOLI / FRA IL COMPIANTO UNIVERSALE / DEI BUONI CHE LO CONOBBERO / I FIGLI E LA MOGLIE MADDALENA MAGNELLI / NELLA DISPERAZIONE DELL’ANIMA
Questo è ciò che si legge su una lapide affissa nella controfacciata della cappella della Villa di Poggio Reale, in Comune di Rufina (FI). L’epigrafe mi fu indicata nell’aprile del 2009, durante un sopralluogo di routine, dall’allora sindaco Mauro Pinzani. Il quale mi confessò che non era riuscito ad acclarare il senso di quelle parole, pur essendosi interrogato a lungo. Il capo della giunta locale era all’epoca (e lo è tuttora) un uomo gioviale e cordiale, tanto attento all’importanza della cultura quanto refrattario ai carrierismi politici del suo partito. Il fatto che non fosse riuscito a far luce sull’iscrizione, pur essendo un perspicace cultore di fatti storici, non fece altro che stuzzicare la mia vanità esegetica. Talché, l’epigrafe mi rimase impressa nella mente, apparendomi molto insolita, se non rara o addirittura unica, per quelle che erano al tempo e sono tuttora le mie conoscenze.
Che la memoria del signor Costantino Liccioli sia stata ‘onorata’ con tale sibillino epitaffio, che tradisce palpabili sentimenti d’astio, è un fatto che sicuramente balza all’attenzione. Parrebbe ovvio pensare che i suoi congiunti stretti, la vedova Maddalena Magnelli e i figli, avessero accumulato talmente tanto rancore da non riuscire a reprimerlo, o dissimularlo, nel dettare le parole da scolpire nella lapide marmorea a lui dedicata post mortem. Altre ipotesi non sono tuttavia escludibili, e sarebbero anzi proponibili dai lettori che abbiano eventualmente modo di addentrarsi nelle biografie delle persone citate.
Comunque sia, nella controfacciata della cappellina neoclassica che s’erge discosta dalla Villa di Poggio Reale, giusto accanto a un lato della bussola di legno, questa curiosa testimonianza del variegato patrimonio storico-epigrafico di Firenze e dintorni, evocante vicende familiari non proprio amorevoli, si segnala quale episodio di particolare interesse, che s’è voluto evidenziare in questo sito dedicato alle arti in senso molto ampio.
Da riferire che Costantino Liccioli fu proprietario della Villa di Poggio Reale, una tra le più insigni della Val di Sieve, al tempo in cui (la sera del 25 settembre 1829) essa ospitò il Granduca di Toscana, Leopoldo II d’Asburgo-Lorena, detto ‘Canapone’ per il vistoso colore biondo (come la canapa) dei suoi capelli.
EMas (Emanuele Masiello) – Luglio 2021 (agg. dicembre 2022)
PS – Nell’omaggiare l’arguzia linguistica della vedova Liccioli, e anche per par condicio, includiamo in questo breve post la canzone Avida degli Squallor, dall’album Arrapaho (1983), nella quale è il marito che ricorda a suo modo la ‘compianta’ moglie.