Il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump, dal giorno del suo giuramento e insediamento ufficiale, il 20 gennaio 2025, ha emanato tali e tanti provvedimenti (Azioni Presidenziali o Ordini esecutivi, come vengono chiamati gli atti simili a Ordinanze), da non stupirsi che possa essere sfuggito, all’attenzione dei più, uno di essi, in materia di architettura federale, intitolato appunto Promoting Beautiful Civic Federal Architecture (Promuovere la Bellissima Architettura Civica Federale).
L’atto consiste in un memorandum rivolto all’Amministratore della General Services Administration (GSA), una agenzia fondata nel 1949 che ha competenze sull’architettura federale, mediante il quale Trump torna a occuparsi di una materia che pare stargli particolarmente a cuore, avendola già trattata durante il suo primo mandato.
Nell’Ordinanza si afferma chiaramente che « gli edifici pubblici federali dovrebbero essere visivamente identificabili come edifici civici e rispettare il patrimonio architettonico regionale, tradizionale e classico al fine di elevare e abbellire gli spazi pubblici ». Inoltre, si dispone che le raccomandazioni chieste dal presidente alla GSA dovranno « considerare opportune revisioni dei Principi Guida per l’Architettura Federale [in vigore dal 1962] e le procedure per incorporare il contributo della comunità nelle selezioni dei progetti per gli edifici federali ».
Veduta aerea del National Mall di Washington, DC, con il Capitol sullo sfondo, inserito nel McMillan Plan redatto dal 1901 in poi. Da: https://www.nps.gov/places/the-mall.htm
Il provvedimento presidenziale, come tante altre decisioni assunte da Trump in questi giorni, ha tuttavia sollevato immediate critiche da parte di quanti ci hanno tenuto a dichiarare che l’architettura deve essere libera, e affidata soltanto alle scelte dei progettisti. In special modo, il potente American Institute of Architects (AIA) si fermamente opposto a ciò che considera un tentativo di ingerenza del presidente in un àmbito che non ammette imposizioni stilistiche (specie in termini di preferenza del tradizionalismo, incluso il classicismo, sulla modernismo). “L’AIA sostiene la libertà di progettazione – si legge nella home page del sito web della associazione – ed è estremamente preoccupata per qualsiasi revisione che sottragga il controllo alle comunità locali o imponga preferenze di progettazione federali ufficiali […]”.
Nel dare risalto alla notizia, varie testate specialistiche, tra cui quelle on-line da me compulsate (“artforum”, etc.), alcune si sono schierate apertamente a sostegno dei critici di Trump (“designboom”, etc.), giungendo persino a parlare, senza temere di rendersi ridicole (come nel caso di “the art newspaper”), di un “approccio top-down, in stile Albert Speer […]”, l’architetto di Adolf Hitler la cui citazione del nome è fin troppo chiaramente allusiva dei germi autoritari che coverebbero nelle politiche del nuovo Presidente USA, anche in materia di architettura.
Va tuttavia detto, per mero dovere di verità, che dalla lettura dell’Ordinanza firmata da Trump non emerge la volontà di sopprimere le libertà progettuali, o di imporre una unico stile all’architettura civica federale. Per converso, di certo non è infondato il timore che il governo possa influenzare i processi di continua trasformazione dell’identità culturale americana e le sorti future dell’architettura in molte città e regioni, in una maniera che potremmo definire indiretta. Si tratta però di un timore che non pare richiedere l’invocazione del rispetto delle libertà o la difesa di principi estetici opposti o diversi rispetto a quelli che si attribuiscono a Trump. Anche per il motivo, ben noto, che la tendenza dominante nell’architettura statunitense (e direi occidentale) degli ultimi anni, è stata senza dubbio quella modernista, che ha relegato l’architettura tradizionale nel dimenticatoio, condannandola ingiustamente alla repulsione critica.
Occupandomi di architettura da molti anni, non ho comunque voluto farmi sfuggire l’occasione di parlare di questo argomento, elaborando delle considerazioni che mi auguro utili per i lettori.
Innanzitutto, vorrei dire che non concordo con le tesi di chi sostiene che i governanti, in generale, debbano astenersi dal far valere i propri orientamenti (e forse anche i propri gusti) in materia di scelte edificatorie. Non vedo perché non dovrebbero farlo, dal momento che l’hanno quasi sempre fatto, in tanti periodi storici. Come quelli dominati da monarchi, papi e sovrani di più vario genere (ai quali è stato persino associato, talvolta, il nome di note esperienze stilistiche – quali lo Stile Luigi XIV, Luigi XV, etc.), o anche quelli, più vicini ai nostri tempi, riferibili ai presidenti della V Repubblica Francese, ai quali la Legge assegna un notevole potere in materia di architettura nazionale.
Ovviamente, non si può ignorare l’esperienza di alcuni tra i più insigni politici e statisti americani, padri della patria. A cominciare dal primo presidente George Washington, che in materia di architettura fu addirittura superato dal terzo presidente Thomas Jefferson, il quale, oltre ad essere un politico e un uomo dai vasti interessi, fu anche un abile architetto, autore di opere famose come la sua residenza di Monticello (1796c-1809) e l’Università della Virginia (1819-1825c), nell’area di Charlottesville in Virginia.
Thomas Jefferson, la Rotonda dell’Università della Virginia (1819-1825c) in Charlottesville, Virginia. Da: https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Rotunda_(University_of_Virginia)?uselang=it#/media/File:University_of_Virginia_Rotunda_in_2006.jpg
Non mi sentirei quindi di dire che Trump stia abusando del suo potere, stando egli solo tornando a focalizzare l’attenzione su un tema che evidentemente gli sta a cuore, come peraltro credo dovrebbe stare a cuore a ogni persona che non disconosca l’enorme valore che ha l’architettura (e la cultura edificatoria in senso ampio) nell’arricchimento del sentimento civico delle nazioni, delle comunità, etc. Le critiche che gli rivolgono le trovo quindi pretestuose, in quanto paiono generate da reazioni negative, quasi automatiche o da riflesso pavloviano, che colpiscono qualsiasi atto ascrivibile al Presidente Trump. Il quale, in effetti, fin dai primi giorni del suo governo non ha fatto certo mistero di volere sconvolgere l’assetto della politica americana, in nome della Golden Age che egli afferma di aver avviato con l’inizio del suo secondo mandato. Per quanto parrebbe trattarsi più di uno slogan, utile alla costruzione di un mito, che di una realtà effettivamente riscontrabile, almeno sinora. Non dimenticando che un prosperissimo fenomeno definito Gilded Age, nella storia degli USA, si ebbe già negli ultimi decenni del XIX secolo, anche in campo architettonico.
Riguardo al merito dei temi di cui si parla, vorrei comunque fare qualche ulteriore riflessione. Ricordando innanzitutto che Trump emanò un primo importante Ordine esecutivo sulla Promozione della Bellissima Architettura Civica Federale (lo stesso titolo dell’Azione presidenziale del 20 gennaio 2025), il giorno del 21 dicembre 2020, ossia verso la fine del suo primo mandato (dal 20 gennaio 2017 al 20 gennaio 2021). All’epoca, oltre 4 anni fa, mi sarebbe molto piaciuto farlo conoscere ai lettori e commentarlo, per lumeggiare un aspetto non molto noto, in Italia, della politica americana. Senonché, l’ordine esecutivo fu abrogato dal presidente democratico Joe Biden, succeduto al repubblicano Donald Trump, con un atto del 21 febbraio 2021. Per cui dovetti accantonare il proposito di parlarne, non riuscendo a star dietro alle altalene di decisioni e controdecisioni che, per quanto possa apparire a noi strano, espongono il sistema politico americano a continui cambiamenti (quasi come il “fare e disfare” che conosciamo in Italia).
Per quanto io possa detestare l’uso enfatico dell’aggettivo “bellissima”, più che un auspicio uno sfoggio a priori di orgoglio, l’Ordine esecutivo del 21 dicembre 2020 merita comunque qualche notazione aggiuntiva, per i contenuti straordinariamente ampi e dettagliati che in esso possiamo evidenziare.
Ovviamente, non mancavano i richiami, alquanto retorici, all’esigenza che gli edifici pubblici federali fossero visivamente identificabili come edifici civici, abbellissero gli spazi pubblici, nobilitassero gli Stati Uniti, etc. Ma comparivano persino rimandi alle esperienze storiche ritenute lodevoli per l’alto valore attribuito all’architettura pubblica, tra cui l’antichità greca e romana, il Medioevo (con Siena) e il Rinascimento, etc.
Scontatamente, non si ometteva di citare la prima fase storica nella nazione americana, i cui citati presidenti, George Washington e Thomas Jefferson, “modellarono consapevolmente gli edifici più importanti di Washington, DC, sull’architettura classica dell’antica Atene e Roma”. Fornendo al contempo ispirazione ai piani elaborati dal maggiore Pierre Charles L’Enfant (dal 1791 in poi), per l’intera capitale, e dal senatore James McMillan (dal 1901 in poi) per l’area del National Mall.
Il noto Piano urbanistico per la città di Washington, sulle rive del fume Potomac, elaborato dal maggiore Pierre Charles L’Enfant dal 1791 in poi. Esso consisteva nell’integrazione di direttrici viarie diagonali entro una griglia stradale ortogonale. Da Wikimedia Commons
Non mancavano, nel primo Ordine esecutivo di Trump, elogi agli edifici federali che, con l’espandersi della potenza americana e l’elevazione del senso civico, furono eretti in stile prevalentemente classico: il Thurgood Marshall United States Courthouse a New York City (New York), la sede della Corte Suprema e il Lincoln Memorial a Washington, DC, etc. Opere improntate a un’assertiva idea di bellezza architettonica, imponente ma garbata, che perdurò ben oltre la fine del City Beautiful Movement che fiorì nei due decenni tra fine XIX e inizi XX secolo, come fenomeno mirabile della cultura americana.
La sede della Corte Suprema degli Stati Uniti (1932-25) in Washington, DC, progettata da Cass Gilbert e Cass Gilbert Jr. Da: https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Exterior_of_the_United_States_Supreme_Court_Building?uselang=it#/media/File:United_States_Supreme_Court_Building8.jpg
Senonchè, dagli anni ’50 in poi del XX secolo, e specie dopo l’emanazione il 23 maggio 1962 dei citati Guiding Principles for Federal Architecture (Principi Guida per l’Architettura Federale), durante la presidenza del democratico John F. Kennedy, gli orientamenti cambiarono alquanto repentinamente, a sfavore dell’architettura classicistica e a favore dell’architettura modernistica. Cosa peraltro ben strana dal momento che negli stessi anni, specie a opera di Bob Venturi, giungevano le critiche più forti e dense di conseguenze al modernismo privo di comunicativa popolare.
Comunque sia, nei suddetti principi si affermava che i nuovi edifici federali avrebbero dovuto riflettere “la dignità, l’intrapredenza, il vigore e la stabilità del governo nazionale americano” e, cosa più importante, avrebbero dovuto incarnare “il miglior pensiero architettonico americano contemporaneo”. Con ciò dischiudendo l’architettura federale alla possibilità di lasciarsi permeare dalla progettazione modernistica.
Le conseguenze più tangibili si ebbero nell’edificazione in Washington di due grandi edifici governativi di calcestruzzo armato a vista, in pretto stile brutalistico, citati nel primo Ordine esecutivo di Trump come opere “controverse” che “attirarono ampie critiche”, seppure fossero entrambe ascrivibili, come architetto tra i principali, a Marcel Breuer (il grande maestro di origini ungheresi che s’era distinto nella diffusione del design modernistico negli Stati Uniti). Si trattava del Robert C. Weaver Department of Housing and Urban Development Building (1965-1968) e dell’Hubert H. Humphrey Department of Health and Human Services Building (1965-, 1972-1977), due edifici che effettivamente segnarono una svolta radicale nell’estetica architettonica federale, per quanto non mancassero di suscitare perplessità e malcontenti.
Il Robert C. Weaver Department of Housing and Urban Development Building (1965-1968), progettato da Marcel Breuer e altri, in Washington DC. Da: Wilimedia Commons
L’Hubert H. Humphrey Department of Health and Human Services Building (1965-, 1972-1977), progettato da Marcel Breuer e altri, in Washington DC. Da: https://www.loc.gov/item/2023697234/
La qualcosa condusse all’istituzione nel 1994, da parte della GSA, del Design Excellence Program, che però non apportò rilevanti cambiamenti alle scelte estetiche che segnarono l’aspetto degli edifici federali. Il modernismo continuò a dominare, malgrado le contestazioni e le polemiche, nello Speaker Nancy Pelosi Federal Building di San Francisco (2000-2007), dovuto allo studio Morphosis, e nel nuovo United States Courthouse di Salt Lake City (1997-2014), progettato da Thomas Phifer and Partners. Due opere alquanto diverse l’una dall’altra, ma che a mio avviso non raggiunsero le qualità architettoniche che possiamo riscontrare, visibilmente, in quelle di Breuer.
Lo Speaker Nancy Pelosi Federal Building di San Francisco (2000-2007), dovuto allo studio Morphosis, è citato nell’Ordine esecutivo del 21 dicembre 2020, firmato dall’allora presidente Donald Trump, come esempio negativo del prevalente modernismo nell’architettura degli edifici federali. Fotografia di Anthony Macias
Il nuovo United States Courthouse di Salt Lake City (1997-2014), progettato da Thomas Phifer and Partners, è citato anch’esso come esempio negativo nell’Ordine esecutivo del 21 dicembre 2020, firmato da Donald Trump, per quanto esso differisca notevolmente, in termini estetici, dal Federal Building di San Francisco. Da: https://www.thomasphifer.com/projects/united-states-courthouse
Ma ciò che trovo eccezionalmente degno di interesse, nei contenuti del primo Ordine esecutivo di Trump è la presenza di una sezione dedicata alle definizioni, ovvero alle spiegazioni del significato di alcune parole e locuzioni, fatte però non in asettici termini giuridici (come di consueto e come sarebbe stato ovvio attendersi) ma in termini propri della disciplina architettonica. Tra esse compaiono le definizioni di “brutalista”, di “decostruttivista” (“[…] lo stile […] che sovverte i valori tradizionali dell’architettura, attraverso caratteristiche quali frammentazione, disordine, discontinuità, distorsione, […] e l’apparenza di instabilità“), di “architettura classica”, etc., di certo utili per chi non fosse stato avvezzo a comprendere il linguaggio, scritto e parlato, talvolta astruso degli architetti.
Personalmente sono un estimatore sia del brutalismo e sia del decostruttivismo, e devo dire che a tal riguardo mi trovo alquanto a disagio nel riferire la vicenda dell’interesse mostrato dal presidente Trump per l’architettura federale, pur volendo far riflettere sulle accuse (velate o esplicite) che gli hanno rivolto, di essere un bieco tradizionalista e un arrogante plasmatore di gusti. Tuttavia, ho serie difficoltà a riconoscere che il Tuscaloosa Federal Building and Courthouse e il Corpus Christi Federal Courthouse possano essere considerate rare eccezioni in positivo, come si legge nell’Ordine esecutivo del 21 dicembre 2020, nel contesto del vituperato predominio dello stile modernista. Devo anzi dire che l’affermazione mi lascia di stucco, trattandosi di due edifici che difficilmente potrebbero comparire, a mio avviso, tra le opere insigni dell’architettura federale americana.
Devo aggiungere che non mi entusiasmano le architetture di proprietà del presidente Trump, nelle quali appare malcelata l’impronta dell’affarismo immobiliare. La Trump Tower in Manhattan (1979c-1983), progettata dall’architetto Der Scutt, è comunque un’opera di chiara facies modernistica. La qual cosa attesta che in Trump vi sono stati notevoli cambiamenti di gusto in fatto di architettura, oppure che sia maturata in lui la capacità di distinguere l’architettura privata delle corporations da quella pubblica e federale su cui si è incentrata poi la sua attenzione.
Donald Trump nel 1980, con il modello della Trump Tower (quella scura sulla sinistra) a Manhattan. (Fotografia di Don Hogan Charles / The New York Times – da: https://www.newyorker.com/culture/cultural-comment/seeing-trump-in-trump-tower
Ciononostante, al di là di tutto ciò che ho finito di dire, considero molto positivo che il Presidente della nazione che guida attualmente l’Occidente, in quasi tutti i campi, torni a occuparsi di architettura governativa. E che torni a farlo con un approccio che non definirei autoritario o illibertario, in quanto favorevole a una architettura “classica” o “tradizionale” mitizzata, che non avrebbe più ragion d’essere ai nostri tempi, e sfavorevole a un modernismo che sarebbe invece doveroso avallare. Ma che tenderei a interpretare, pur entro una logica di esaltazione retorica del sentimento civico nazionale, come esortazione a capire l’enorme importanza che ha l’architettura e come sollecitazione a mobilitare l’impegno in tal senso delle istituzioni governative.
Contraddizioni quindi solo apparenti, che non inficiano il valore di fondo del messaggio di Trump come presidente, dal quale parrebbe evincersi l’assunto chiave che la possibilità di salvezza (o di riscossa) dell’Occidente, passa anche per la salvezza (o la riscossa) dell’architettura.
Cosa che purtroppo non si riscontra nelle politiche di tanti altri Stati. Tra cui l’Italia, che pur essendo considerata una potenza mondiale dell’architettura, per la sua storia e per l’immenso patrimonio che possiede, non solo non ha un ufficio pubblico come la GSA, che si occupi precipuamente di edifici statali, ma non ha nemmeno avuto, negli ultimi tempi, governanti nazionali che abbiano dato prova di eccellere nel sapere che l’architettura (o l’arte di costruire) ha un valore enorme come indicatore primario del livello di civiltà di un popolo.
EMas (Emanuele Masiello) – 26 gennaio 2025
N.B. Per fornire utili riferimenti documentari, ho ritenuto opportuno pubblicare di seguito i testi integrali, da me tradotti dall’inglese all’italiano, della recente Azione presidenziale (del 20 gennaio 2025), e del precedente Ordine esecutivo (del 21 dicembre 2020), più lungo e articolato, entrambi firmati dal Presidente Donald J. Trump. Sono graditi i commenti costruttivi.
20 gennaio 2025
MEMORANDUM PER L’AMMINISTRATORE DELL’AMMINISTRAZIONE DEI SERVIZI GENERALI DEGLI USA
OGGETTO: Promuovere la bellissima architettura civica federale
Con la presente [Azione presidenziale] ordino all’Amministratore della General Services Administration, d’intesa con l’Assistente del Presidente per la politica interna e i capi dei Dipartimenti e delle Agenzie degli Stati Uniti, ove necessario, di sottopormi entro 60 giorni delle raccomandazioni per promuovere la politica secondo cui gli edifici pubblici federali dovrebbero essere visivamente identificabili come edifici civici e rispettare il patrimonio architettonico regionale, tradizionale e classico al fine di elevare e abbellire gli spazi pubblici e nobilitare gli Stati Uniti e il nostro sistema di autogoverno. Tali raccomandazioni dovranno considerare opportune revisioni dei Principi Guida per l’Architettura Federale [in vigore dal 23 maggio 1962] e le procedure per incorporare il contributo della comunità nelle selezioni dei progetti per gli edifici federali.
Se, prima che tali raccomandazioni siano presentate, l’Amministratore del General Services Administration propone di approvare un progetto per un nuovo edificio pubblico Federale che si discosta dalla politica stabilita in questo memorandum, l’Amministratore dovrà notificarmelo, tramite l’Assistente del Presidente per la politica interna, non meno di 30 giorni prima che la General Services Administration possa respingere tale progetto senza sostenere spese sostanziali. Tale notifica dovrà stabilire le ragioni per cui l’Amministratore propone di approvare tale progetto.
Ordine Esecutivo sulla Promozione della Bellissima Architettura Civica Federale
Emanato il 21 dicembre 2020
In virtù dell’autorità conferitami in qualità di Presidente, dalla Costituzione e dalle leggi degli Stati Uniti d’America, si dispone quanto segue:
Sezione 1. Scopo
Le società hanno da tempo riconosciuto l’importanza della bella architettura pubblica. Gli antichi edifici pubblici greci e romani erano progettati per essere robusti e utili, e anche per abbellire gli spazi pubblici e ispirare orgoglio civico. Durante tutto il Medioevo e il Rinascimento, l’architettura pubblica ha continuato a servire a questi scopi. La costituzione del 1309 della città di Siena richiedeva che “chiunque governi la città deve avere la bellezza della città come sua principale preoccupazione… perché deve fornire orgoglio, onore, ricchezza e crescita ai cittadini senesi, così come piacere e felicità ai visitatori dall’estero”. Tre secoli dopo, il grande architetto britannico Sir Christopher Wren dichiarò che “gli edifici pubblici [sono] l’ornamento di un paese. [L’architettura] stabilisce una nazione, attrae persone e commercio, fa sì che le persone amino il loro paese natale… L’architettura mira all’eternità[…]”
I Padri Fondatori più noti concordarono con queste valutazioni e attribuirono grande importanza all’architettura civica federale. Volevano che gli edifici pubblici americani ispirassero il popolo americano e incoraggiassero la virtù civica. Il Presidente George Washington e il Segretario di Stato Thomas Jefferson modellarono consapevolmente gli edifici più importanti di Washington, DC, sull’architettura classica dell’antica Atene e Roma. Cercarono di usare l’architettura classica per collegare visivamente la nostra Repubblica contemporanea con gli antecedenti della democrazia nell’antichità classica, ricordando ai cittadini non solo i loro diritti ma anche le loro responsabilità nel mantenere e perpetuare le sue istituzioni.
Washington e Jefferson supervisionarono personalmente i concorsi per progettare il Capitol Building e la Casa Bianca. Sotto la direzione e seguendo la visione di questi due fondatori, Pierre Charles L’Enfant progettò la capitale della nazione come una città classica. La promessa del suo progetto per la città fu mantenuta dal McMillan Plan del 1902, che creò il National Mall e il Monumental Core come li conosciamo oggi.
Per circa un secolo e mezzo dopo la fondazione dell’America, l’architettura federale americana ha continuato a essere caratterizzata da edifici bellissimi e amati, in gran parte, anche se non esclusivamente, di design classico. Esempi includono la Second Bank of the United States a Philadelphia, Pennsylvania, il Pioneer Courthouse a Portland, Oregon, e il Thurgood Marshall United States Courthouse a New York City, New York. A Washington, DC, edifici classici come la Casa Bianca, il Capitol Building, la Corte Suprema, il Dipartimento del Tesoro e il Lincoln Memorial sono diventati simboli iconici del nostro sistema di governo. Questi amati punti di riferimento, costruiti per durare per secoli, sono diventati una parte importante della nostra vita civica.
Negli anni ’50, il governo federale sostituì ampiamente i progetti tradizionali per le nuove costruzioni con quelli modernisti. Questa pratica divenne politica ufficiale dopo che il Committe on Federal Office Space, creato ad hoc, propose quelli che divennero noti come i Guiding Principles for Federal Architecture (Guiding Principles) nel 1962. I Guiding Principles scoraggiavano implicitamente i progetti classici e altri progetti tradizionali noti per la loro bellezza, dichiarando invece che il governo avrebbe dovuto utilizzare progetti “contemporanei”.
L’architettura federale che ne seguì, supervisionata dalla General Services Administration (GSA), fu spesso impopolare tra gli americani. I nuovi edifici spaziarono da quelli poco distinti a quelli che persino la GSA ammette ora che molti nel pubblico trovarono poco attraenti. A Washington, DC, i nuovi edifici federali si scontrarono visibilmente con l’architettura classica esistente. Alcune di queste strutture, come l’Hubert H. Humphrey Department of Health and Human Services Building e il Robert C. Weaver Department of Housing and Urban Development Building, furono controverse, attirando ampie critiche per i loro progetti brutalisti.
Nel 1994, la GSA rispose a questa diffusa critica secondo cui gli edifici che aveva commissionato mancavano di distinzione, istituendo il Design Excellence Program. La GSA intendeva che tale programma promuovesse il mandato dei Guiding Principles secondo cui l’architettura federale “fornisse una testimonianza visiva della dignità, dell’intraprendenza, del vigore e della stabilità del governo americano”. Sfortunatamente, il programma non ha raggiunto questo obiettivo.
Nell’ambito del Design Excellence Program, la GSA ha spesso selezionato progetti di architetti di spicco con scarso riguardo per il contributo locale o le preferenze estetiche regionali. L’architettura federale risultante a volte impressiona l’élite architettonica, ma non il popolo americano a cui gli edifici sono destinati. Molti di questi nuovi edifici federali non sono nemmeno visibilmente identificabili come edifici civici.
Ad esempio, la GSA ha selezionato un architetto per progettare il San Francisco Federal Building che descrive i suoi progetti come un’architettura “arte per l’arte”, pensata principalmente per essere apprezzata dagli architetti. Mentre gli architetti d’élite hanno elogiato l’edificio risultante, molti abitanti di San Francisco lo considerano una delle strutture più brutte della loro città. Allo stesso modo, la GSA ha selezionato un architetto modernista per progettare il nuovo tribunale federale di Salt Lake City. L’establishment architettonico e le sue organizzazioni professionali hanno elogiato la sua creazione unica, ma molti residenti locali l’hanno considerata brutta e incoerente con l’ambiente circostante. A Orlando, in Florida, una coalizione di giudici, dipendenti del tribunale e leader civici si è opposta al progetto modernista preferito dalla GSA per il George C. Young Federal Courthouse. Credevano che mancasse della dignità che un tribunale federale dovrebbe incarnare. La GSA ha comunque imposto questo progetto nonostante le loro obiezioni.
Con un numero limitato di eccezioni, come il Tuscaloosa Federal Building and Courthouse e il Corpus Christi Federal Courthouse, il governo federale ha in gran parte smesso di costruire bei palazzi. A Washington, DC, l’architettura federale è diventata una discordante miscela di design classici e modernisti.
È tempo di aggiornare le politiche che guidano l’architettura federale per affrontare questi problemi e garantire che gli architetti che progettano edifici federali servano i loro clienti, il popolo americano. I nuovi progetti di edifici federali dovrebbero, come gli amati edifici simbolo americani, elevare e abbellire gli spazi pubblici, ispirare lo spirito umano, nobilitare gli Stati Uniti, ottenere il rispetto del pubblico in generale e, se del caso, rispettare il patrimonio architettonico di una regione. Dovrebbero anche essere visibilmente identificabili come edifici civici e dovrebbero essere selezionati con il contributo della comunità locale.
L’architettura classica e altre architetture tradizionali, come praticate sia storicamente che dagli architetti odierni, hanno dimostrato la loro capacità di soddisfare questi criteri di progettazione e di soddisfare ampiamente le attuali esigenze funzionali, tecniche e sostenibili. Il loro utilizzo dovrebbe essere incoraggiato anziché scoraggiato.
Incoraggiare l’architettura classica e tradizionale non esclude l’uso della maggior parte degli altri stili architettonici, ove appropriato. Bisogna tuttavia fare attenzione a garantire che tutti i progetti di edifici federali suscitino rispetto da parte del pubblico in generale per la loro bellezza e l’incarnazione visiva degli ideali americani.
Sezione 2. Politica
(a) Gli edifici pubblici federali dovrebbero elevare e abbellire gli spazi pubblici, ispirare lo spirito umano, nobilitare gli Stati Uniti e ottenere rispetto dal pubblico in generale. Dovrebbero anche essere visivamente identificabili come edifici civici e, ove appropriato, rispettare il patrimonio architettonico regionale. L’architettura, con particolare riguardo per l’architettura tradizionale e classica, che soddisfa i criteri stabiliti in questa sottosezione è l’architettura preferita per gli edifici pubblici federali applicabili. Nel Distretto di Columbia, l’architettura classica sarà l’architettura preferita e predefinita per gli edifici pubblici federali in assenza di fattori eccezionali che richiedano un altro tipo di architettura.
(b) Qualora l’architettura degli edifici pubblici federali applicabili diverga dall’architettura preferita indicata nel paragrafo (a) della presente sezione, è necessario prestare grande attenzione e considerazione per scegliere un progetto che susciti il rispetto del pubblico in generale e trasmetta chiaramente al pubblico in generale la dignità, l’intraprendenza, il vigore e la stabilità del sistema di autogoverno americano.
(c) Quando si ristrutturano, si riducono o si espandono edifici pubblici federali che non soddisfano i criteri stabiliti nella sottosezione (a) di questa sezione, si dovrebbe esaminare la fattibilità e la spesa potenziale della riprogettazione dell’edificio per soddisfare tali criteri. Laddove fattibile ed economica, tale riprogettazione dovrebbe essere presa in considerazione in modo sostanziale, specialmente per quanto riguarda l’esterno dell’edificio.
(d) La GSA dovrebbe chiedere il parere dei futuri utenti degli edifici pubblici interessati e del pubblico in generale nella comunità in cui tali edifici saranno ubicati prima di selezionare uno studio di architettura o uno stile di progettazione.
Sezione 3. Definizioni
Ai fini del presente ordine:
(a) “Edificio pubblico federale” significa:
(i) tutti i tribunali federali e le sedi centrali delle agenzie;
(ii) tutti gli edifici pubblici federali nel Distretto di Columbia; e
(iii) tutti gli altri edifici pubblici federali la cui progettazione, costruzione e finitura sono costati o si prevede che costeranno più di 50 milioni di dollari nel 2020, ma non includono progetti infrastrutturali o porti di ingresso terrestri.
(b) “Brutalista” significa lo stile architettonico che è nato dal movimento modernista dei primi anni del XX secolo, caratterizzato da un aspetto massiccio e squadrato con uno stile geometrico rigido e un uso su larga scala di calcestruzzo gettato a vista.
(c) “Architettura classica” significa la tradizione architettonica derivata dalle forme, dai principi e dal vocabolario dell’architettura dell’antichità greca e romana, e come successivamente sviluppata ed espansa da architetti rinascimentali come Alberti, Brunelleschi, Michelangelo e Palladio; maestri dell’Illuminismo come Robert Adam, John Soane e Christopher Wren; architetti del XIX secolo come Benjamin Henry Latrobe, Robert Mills e Thomas U. Walter; e professionisti del XX secolo come Julian Abele, Daniel Burnham, Charles F. McKim, John Russell Pope, Julia Morgan e lo studio Delano and Aldrich. L’architettura classica comprende stili come Neoclassico, Georgiano, Federale, Revival greco, Beaux-Arts e Art Deco.
(d) “Decostruttivista” significa lo stile architettonico generalmente noto come “decostruttivismo” emerso alla fine degli anni ’80 che sovverte i valori tradizionali dell’architettura attraverso caratteristiche quali frammentazione, disordine, discontinuità, distorsione, geometria distorta e l’apparenza di instabilità.
(e) “Pubblico in generale” significa i membri del pubblico che non sono:
(i) artisti, architetti, ingegneri, critici d’arte o di architettura, istruttori o professori di arte o di architettura, o membri del settore edile; o
(ii) affiliato a qualsiasi gruppo di interesse, associazione di categoria o qualsiasi altra organizzazione la cui appartenenza sia finanziariamente influenzata da decisioni che riguardano la progettazione, la costruzione o la ristrutturazione di edifici pubblici.
(f) “Funzionario” ha il significato attribuito a tale termine nella sezione 2104 del Titolo 5 del Codice degli Stati Uniti.
(g) “Edificio pubblico” ha il significato attribuito a tale termine nella sezione 3301(a)(5) del titolo 40 del Codice degli Stati Uniti.
(h) “Architettura tradizionale” include l’architettura classica, come definita nel presente documento, e include anche l’architettura storica umanistica come il gotico, il romanico, il Pueblo Revival, lo stile coloniale spagnolo e altri stili architettonici mediterranei storicamente radicati in varie regioni d’America.
(i) “dollari del 2020” significa dollari adeguati all’inflazione utilizzando il deflattore dei prezzi del Prodotto Interno Lordo del Bureau of Economic Analysis e utilizzando il 2020 come anno base.
Sezione 4. Consiglio presidenziale per il miglioramento dell’architettura civica federale
(a) Con la presente viene istituito il Consiglio presidenziale per il miglioramento dell’architettura civica federale (Consiglio).
(b) Il Consiglio è composto da:
(i) tutti i membri della Commissione delle Belle Arti;
(ii) il Segretario della Commissione delle Belle Arti;
(iii) l’Architetto del Campidoglio;
(iv) il Commissario del Servizio Edilizia Pubblica della GSA;
(v) l’architetto capo della GSA;
(vi) altri funzionari o dipendenti del governo federale che il Presidente può, di volta in volta, designare; e
(vii) fino a 20 membri aggiuntivi nominati dal Presidente tra cittadini esterni al Governo federale per fornire prospettive diverse sulle questioni che rientrano nella giurisdizione del Consiglio.
(c) Il Consiglio è presieduto da un membro della Commissione per le Belle Arti designato dal Presidente. Il Presidente può designare un vicepresidente e può istituire sottocomitati.
(d) I membri del Consiglio presteranno servizio senza compenso per il loro lavoro nel Consiglio. Tuttavia, i membri del Consiglio, mentre sono impegnati nel lavoro del Consiglio, possono ricevere il rimborso di spese di viaggio, incluso il per diem in luogo del sostentamento, come autorizzato dalla legge per le persone che prestano servizio saltuariamente nel servizio governativo, ai sensi delle sezioni da 5701 a 5707 del titolo 5, Codice degli Stati Uniti.
(e) Nella misura consentita dalla legge e nell’ambito degli stanziamenti esistenti, l’Amministratore dei servizi generali fornirà i finanziamenti e il supporto amministrativo e tecnico di cui il Consiglio può aver bisogno. L’Amministratore, nella misura consentita dalla legge, ordinerà al personale GSA di fornire qualsiasi informazione pertinente richiesta dal Consiglio e potrà indicare tale personale per supportare il lavoro del Consiglio, su richiesta del Consiglio.
(f) Nella misura in cui il Federal Advisory Committee Act, come modificato (5 USC App.), può essere applicato al Consiglio, tutte le funzioni del Presidente ai sensi di tale legge, ad eccezione di quella di riferire al Congresso ai sensi della sezione 6 di tale Legge, devono essere svolte dall’Amministratore in conformità con le linee guida e le procedure stabilite dall’Amministratore.
(g) Il Consiglio cesserà il 30 settembre 2021, salvo proroga da parte del Presidente. I membri nominati ai sensi delle sottosezioni (b)(vi) e (b)(vii) di questa sezione rimarranno in carica fino alla cessazione del Consiglio e non saranno rimossi, salvo in caso di inefficienza, negligenza nei doveri o illecito.
Sezione 5. Responsabilità del Consiglio
Il Consiglio deve:
(a) inviare un rapporto all’Amministratore, raccomandando aggiornamenti alle politiche e alle procedure della GSA per incorporare le politiche della sezione 2 di questo ordine e promuovere gli scopi di questo ordine. Il rapporto spiegherà in che modo le modifiche raccomandate raggiungono questi scopi. Il rapporto dovrà essere inviato prima del 30 settembre 2021.
(b) raccomandare all’Amministratore modifiche alle politiche della GSA per situazioni in cui l’agenzia partecipa alla selezione di progetti ai sensi del Commemorative Works Act (capitolo 89 del titolo 40, Codice degli Stati Uniti), a sostegno degli scopi del presente ordine e in conformità con la legge applicabile.
Art. 6. Azioni dell’Agenzia
(a) L’Amministratore deve attenersi alle politiche stabilite nella sezione 2 del presente ordine.
(b) Nel caso in cui l’Amministratore proponga di approvare un progetto per un nuovo edificio pubblico federale che si discosti dall’architettura preferita stabilita nella sottosezione 2(a) del presente ordine, inclusa l’architettura brutalista o decostruttivista o qualsiasi progetto derivato da o correlato a questi tipi di architettura, l’Amministratore dovrà notificare al Presidente tramite l’Assistente del Presidente per la politica interna non meno di 30 giorni prima che la GSA possa respingere tale progetto senza sostenere spese sostanziali. Tale notifica dovrà stabilire le ragioni per cui l’Amministratore propone di approvare tale progetto, tra cui:
(i) una spiegazione dettagliata del motivo per cui l’Amministratore ritiene che la scelta di tale progetto sia giustificata, con particolare attenzione al fatto che tale progetto sia altrettanto bello e rifletta la dignità, l’intraprendenza, il vigore e la stabilità del sistema americano di autogoverno quanto i progetti alternativi di costo comparabile che utilizzano un’architettura preferita;
(ii) il costo totale previsto per l’adozione del progetto proposto, compresi i costi stimati di manutenzione e sostituzione durante tutto il suo ciclo di vita previsto; e
(iii) una descrizione dei progetti che utilizzano l’architettura preferita seriamente presa in considerazione per tale progetto e il costo totale previsto per l’adozione di tali progetti, inclusi i costi stimati di manutenzione e sostituzione durante i loro previsti cicli di vita.
Sezione 7. Disposizioni generali
(a) Nulla di quanto disposto nel presente ordine deve essere interpretato in modo da compromettere o altrimenti influenzare:
(i) l’autorità concessa dalla Legge a un dipartimento esecutivo o a un’agenzia, o al suo capo; o
(ii) le funzioni del Direttore dell’Ufficio di gestione e bilancio relative alle proposte di bilancio, amministrative o legislative.
(b) Il presente ordine sarà attuato in conformità alla legge applicabile e subordinatamente alla disponibilità degli stanziamenti.
(c) Il presente ordine non intende creare, e non crea, alcun diritto o beneficio, sostanziale o procedurale, esigibile per Legge o in equità da alcuna parte nei confronti degli Stati Uniti, dei suoi dipartimenti, agenzie o entità, dei suoi funzionari, dipendenti o agenti, o di qualsiasi altra persona.
DONALD J. TRUMP
THE WHITE HOUSE
18 dicembre 2020
Vedasi anche:
RE CARLO III E LE SUE (STRAMBE?) IDEE SULL’ARCHITETTURA