E se intorno alla metà del secolo, dopo che avremo raggiunto (come molti s’illudono o sperano) il fatidico obiettivo delle emissioni zero, ci accorgessimo che i cambiamenti climatici continuano a persistere come e più di prima ? Come potremmo non provare la sensazione d’aver compiuto una fatica vana, priva di risultati concreti ?
Molto interessante al riguardo è quanto sostiene Gill Pratt, ex tecnologista d’avanguardia e attuale capo del Toyota Research Institute, a proposito degli impatti che avrebbero sul clima le emissioni da veicoli.
In un articolo che riportiamo di seguito, Pratt condanna come sbagliata la scelta di continuare ad insistere nel preferire i veicoli elettrici, che a suo avviso non risolvono i problemi climatici come si tende far credere.
Il che significa che non è incontestabile la decisione dell’Unione Europea che ha fissato al 2035 l’anno a partire dal quale tutti i veicoli circolanti non potranno più usare combustibili fossili (diesel, benzina, gpl). Favorendo con ciò di fatto la mobilità elettrica alla quale s’accordano enormi vantaggi economici su altre possibili alternative, quale la mobilità a idrogeno che continua a restare penalizzata. (EMas)
Da: www.vaielettrico.it/la-toyota-insiste-non-e-lelettrico-la-soluzione
La Toyota insiste: troppo clamore sull’elettrico, aprite le menti
Pratt è uno scienziato di prim’ordine. Con esperienze come responsabile di robotica e informatica per la US Defense Advanced Research Projects Agency e prof. di ingegneria elettrica e informatica al MIT di Boston. Ed è certo di 2 cose: la crisi climatica è reale e correre verso un futuro di soli veicoli elettrici a batteria non è nel migliore interesse del pianeta. Concetti che ha ripetuto in un’intervista alla testa inglese AUTOCAR. Con una premessa: “Sono stato docente per molti anni. Quello che ho imparato è che l’hype, il clamore è il nemico. Porta le persone a percepire erroneamente la traiettoria di ciò che accadrà e a prendere decisioni sbagliate. L‘hype chiude le menti. Porta a troppi investimenti in un approccio rispetto a un altro; e un’ondata di clamore porta alla delusione quando ciò che è stato promesso non si avvera. Il che è un male per tutti“.
Le ibride plug-in sono più spesso una scelta migliore
Alla domanda se le auto elettriche sono dunque un abbaglio, Pratt risponde: “No. Accetto che oggi, per alcune persone, la batteria elettrica sia esattamente la risposta giusta. Ma una ricerca indipendente suggerisce che non è vero per tutti. Le batterie agli ioni di litio non sono prive di conseguenze. Sono realizzate con materiali rari di estrazione (al contrario un motore è realizzato con materiali più comuni) e pesano molto. Anche il mix energetico della rete è variabile nel mondo. Dalla culla alla tomba, l’evidenza è che ibride plug-in (PHEV) ed elettriche (BEV) sono molto vicine. Certamente abbastanza vicine da suggerire che scegliere una o l’altra come soluzione definitiva non è oggi la risposta corretta. E che le PHEV più spesso sono la scelta migliore“. Pure le plug-in non sono perfette, “ma le batterie possono essere utilizzate al massimo delle potenzialità e non ci sono problemi di ansia da autonomia“.
“La soluzione corretta non è una singola tecnologia, o almeno non possiamo dire che lo sia oggi con certezza”, continua Pratt. “Rischiamo di produrre gamme di auto che i clienti non compreranno perché manca l’infrastruttura di ricarica. O per il prezzo eccessivo. Non puoi costringere le persone a comprare qualcosa. Non so che accadrà, ma so che se non lasci che il mercato, la scienza e la ricerca rispondano alle tue domande, limiti la tua capacità di fornire le risposte giuste”. Pratt concorda che arrivare a zero emissioni nette entro il 2050 è irrinunciabile. Ma è impossibile scegliere ora qual è la tecnologia per arrivarci. “Nessuno può dire con certezza come sarà la catena di approvvigionamento delle batterie. O prevedere i cambiamenti geopolitici dei prossimi 30 anni. Ci sarà un’altra pandemia? L’unico modo per affrontare le domande a cui non sai rispondere è mantenere aperte le tue opzioni. Non restringerle a un’unica scelta“.