UN RESOCONTO VISIVO DI VIAGGIO
Le pale eoliche sono mosse dal vento. Sfruttano una risorsa naturale ritenuta molto meno inquinante di altre fonti energetiche, quali quelle fossili che emettono anidride carbonica. Per le loro grandi dimensioni, sono tuttavia molto impattanti e destano non poche perplessità sulla reale convenienza ad installarle, soprattutto laddove il vento è debole o quasi inesistente.
Ciò conferma, come accade per altri tipi di impianti energetici (i pannelli fotovoltaici che sfruttano la luce solare o le centrali idroelettriche che sfruttano le acque fluviali), che non sempre si riesce a conciliare il mantenimento della salubrità dei luoghi (qualità dell’aria) col mantenimento o l’incremento di altri valori, quali quelli percepibili visivamente, che i siti scelti per le installazioni potrebbero possedere. Il che costituisce un problema enorme per le decisioni che devono compiere i governi centrali e locali, in materia di compatibilità tra politiche energetiche ed esigenze di tutela dei patrimoni paesaggistici e ambientali.
In Italia, dove i pubblici poteri non sempre remano nella stessa direzione, può infatti accadere che l’installazione di impianti eolici possa essere voluta dal Ministero delle Infrastrutture o dello Sviluppo Economico, ed essere al contempo avversata da altri Ministeri (Ambiente, Beni Culturali). Anche tra le associazioni ambientaliste vi sono divergenze tra chi si pronuncia favorevolmente e che chi invece di oppone strenuamente a invadere i paesaggi con fitte distese di impianti eolici.
Al di là dei dogmatismi ideologici, non si può trascurare di dire che i vantaggi insiti nello sfruttamento di energie ‘alternative’ possono rischiare di tradursi in svantaggi, se non addirittura in danni, quando si modificano senza cautele e senza adeguata coscienza critica i paesaggi creatisi nel corso di secolari eventi naturali e antropici.
Nell’area del Melfese (tra Basilicata, Puglia e Campania) sono state installate negli ultimi anni tantissime pale eoliche, alcune delle quali a poca distanza dai nuclei storici dei centri abitati (come nel caso di Lavello), che hanno estesamente e vistosamente cambiato, in poco tempo, l’aspetto percepibile del paesaggio e dell’ambiente.
Tali artefatti, aventi impatto visivo non molto dissimile dai tralicci per l’elettricità, si sono ormai sedimentati nella fisionomia delle colline ondulate e dei campi coltivati, suscitando comunque forti interrogativi in merito alle alterazioni che hanno arrecato all’assetto secolare dei luoghi, ove ha storicamente prevalso l’economia agricola.
Le fotografie di questo resoconto di viaggio, scattate con ottiche grandangolari per meglio cogliere la vastità dei panorami, hanno l’intento di evidenziare quale sia l’aspetto assunto dal paesaggio del Melfese, nel corso degli ultimi anni, per effetto delle tantissime pale eoliche installate.
EMas (Emanuele Masiello) – Luglio 2020 (Agg. Agosto 2023)